Enzo Cursaro é tra quegli artisti che mettono in crisi le categorie e le gabbie schematiche del pensiero critico. Nel momento stesso in cui si attiene ad alcuni postulati del "fare astratto", egli lascia però lievitare un vero e proprio patrimonio di emozioni, di "scarti" e d'impulsi emozionali che si contendono la scena, finendo con il dissertare il campo visivo in cui s'inscrive la sua pittura. Pochi artisti, come Cursaro, sanno coniugare insieme una lineare metodologia di lavoro con un'altrettano efficace insorgenza onirica della visione. Arcane sospensioni, amabili ombre, ovali virtù - così suonano i titoli dei suoi lavori - non si sovrappongono, dall'esterno, alla superficie il più delle volte monocroma della sua pittura, ma affiorano dalla trama stessa del linguaggio, come un fantasma notturno ma non inconfessabile, come un anatema esplicito ma racchiuso nel segreto dell'anima. Le sue Sospensioni sono mute o misteriose, ma ad ogni buon conto si presentano "mutevoli"; polvere d'ali sospese nell'aria, esse, al tempo stesso, emergono da arcane lontananze della coscienza, dalla radiosa intimità delle ombre, dalla risacca dei sogni che rabbrividiscono sulla soglia dell'incubo. La sua capacità di coniugare i piani "terrestri", e le radici psichiche che ne emergono, con quelli mentali e aerei, lascia intendere una cultura autentica e inverante rispetto ai riti del sistema dell'arte contemporanea. Egli per esempio non teme i sortilegi alchemici cari alle poetiche barocche, così come non si ritrae davanti ai brividi surreali del segno: perciò i solchi dialettici della sua materia penetrano con affascinante espressività nei paradisi e negli inferi del pensiero moderno. Giorgio Cortenova