Il più delle volte il colore e la materia si giocano tra bitumi e catrami inauditi e insondabili, tra rossi frizzanti e opache lavagne di grigi antracite. E dove il segno s'incarna in graffi e lacerazioni, in sforbiciate da encausto, in combustioni tremanti, in compute giustapposizioni geometriche di righe e linee scabre, sabbiose...Dove la tattilità conduce sovranamente ogni cosa ed ogni regola verso il culmine delle loro potenzialità, al punto da far pensare a quadri e superfici tanto da carezzare che da guardare, tanto da sfiorare lungamente con le dita quanto da osservare e meditare con calma. Giorgio Seveso