L’’anphora è l’oggetto che nella quotidianità ci riporta immediatamente al mondo
greco, alla cultura della forma e, al tempo stesso, all’artificio pronto a trasformare la funzione assolta dai gesti in oggetti della e per la
collettività.
Cursaro, però, dell’oggetto percepisce la sua impronta di storia narrata dalla pittura, sceglie la rapidità di un segno arcaico, essenziale, dato di getto, vale a dire informale, questo per non
disperdere la carica emotiva del
ricordo.
L’idea di un tempo unico, così come la gestualità propria della sua pittura attesta. Massimo
Bignardi